Le peculiarità dei mini-bond rispetto agli strumenti finanziari tradizionali
SGM & PARTNERS Management Consulting, allo scopo di rispondere alle diverse istanze proveniente da aziende che investono in progetti di diversa natura RENDE NOTO che ha stretto una collaborazione con primaria Società di Consulenza finanziaria per lo studio, l’emissione, e la gestione di uno strumento finanziario di grande rilievo, alternativo a quelli tradizionali di indebitamento a medio/lungo termine rappresentato dai MINI BOND.
Da un punto di vista
delle imprese, l’accesso a questo strumento rispetto a quelli tradizionali di
indebitamento a medio/lungo termine, presenta forti elementi qualificanti di differenziazione.
In particolare possiamo schematizzarne alcuni punti di forza:
Canale alternativo di finanziamento
Lo strumento rappresenta
una forma alternativa rispetto al credito bancario ma non per questo ad esso
concorrenziale. Ne è comprova il fatto che i principali Gruppi Bancari italiani
stanno promuovendo iniziative della specie da prospettare alla propria
clientela come forme complementari di finanza. E’ infatti noto che in questo
periodo le Banche hanno estrema difficoltà a sostenere le PMI italiane: già
mantenere le linee di credito appare problematico per non parlare di
incrementare le linee di fido, con conseguenti significativi cali di
concessione di crediti complessivi rispetto ai livelli dei periodi ante crisi.
Tutto ciò principalmente per effetto dell’incremento dei volumi raggiunti dai
crediti a contenzioso che hanno ormai assorbito buona parte dei patrimoni delle
banche stesse non consentendo quindi di sostenere i fabbisogni di credito del
sistema Italia.
Nessuna garanzia aziendale o personale richiesta.
Lo strumento non prevede
il rilascio delle forme di garanzie tipiche che accompagnano il credito
bancario tradizionale (ipoteca, pegno, privilegi, fidejussioni personali dei
soci, consuetudine quest’ultima assai diffusa negli affidamenti bancari alle
PMI, ecc.), che restano quindi a disposizione del sistema creditizio per altri
eventuali operazioni di finanza. L’operazione prevede di attingere, a
condizioni di costo in talune fattispecie estremamente agevolate, al sistema di
garanzie di terzi istituzionali (SACE, Fondo Centrale di Garanzia MCC, Confidi,
ecc.).
Nessuna ripercussione sugli affidamenti in essere concessi all’impresa.
La presenza in bilancio
di un prestito obbligazionario non inficia negativamente, in linea di massima,
i rapporti in essere con il sistema bancario, sia per quanto riguarda il monte
affidamenti sia per quanto riguarda lo standing creditizio dell’impresa.
Infatti, la concessione di un mutuo ipotecario produce, spesso, un effetto di
“spiazzamento” negli affidamenti bancari ordinari; in pratica le altre banche
devono prendere atto che, in caso di procedura concorsuale, la loro posizione
di rischio peggiora non solo perché sul patrimonio immobiliare aziendale
sussiste un diritto reale a favore di un terzo ma anche perché lo stesso terzo
potrà essere riconosciuto tra i creditori privilegiati. Questo effetto non si
produce con l’assunzione di un debito obbligazionario che, al contrario, può
produrre effetti favorevoli sullo standing creditizio dell’impresa e che, in ultima
analisi, non concorre a saturare la capacità di accesso al credito
dell’impresa.
Nessuna segnalazione in Centrale Rischi.
L’operazione mini-bond,
per quanto attualmente noto, non rientra tra gli affidamenti (ed utilizzi)
censiti dalla Centrale dei Rischi presso la Banca d’Italia che, come risaputo,
riveste un peso importante negli indicatori andamentali delle imprese.
Positivo impatto sul rating aziendale.
Nella riclassificazione
della maggioranza dei modelli di credit scoring i prestiti obbligazionari sono
censiti separatamente rispetto ai debiti v/banche oltre 12 mesi, con
conseguente impatto favorevole su alcuni tra i principali indici ed indicatori
sui quali si basa l’attribuzione del rating all’impresa.
Crescita culturale dell’impresa.
L’attivazione di forme di
indebitamento alternative rispetto al debito bancario contribuisce
significativamente:
·
a elevare il grado di indipendenza
finanziaria della stessa impresa (si ricorda in tal senso come in Italia il
peso del debito bancario sul debito totale per le imprese è pari a circa. il
70% a livello complessivo, praticamente il doppio rispetto alla media
registrata nei paesi Ocse);
·
ad assicurare maggiore visibilità sui
mercati finanziari istituzionali e internazionali, oggi di norma ristretta
all’ambito locale;
·
a prendere confidenza con il sistema dei
rating, non ancora del tutto di uso corrente per le PMI italiane, e avvicinarsi
alla possibilità di ottenere – con costi contenuti – anche un proprio rating
“unsolicited”.
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